Teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania: quello che c’è da sapere
Maestoso, elegante e regale, il Teatro Massimo Vincenzo Bellini è il fiore all’occhiello della città di Catania e rappresenta il palcoscenico ideale per una serata quasi “da favola”. Scopriamo insieme quello che c’è da sapere su questo luogo storico di indubbio rilievo culturale oltre che storico.
Un po’ di storia
Per capire a fondo perché il Teatro Massimo Vincenzo Bellini sia diventato uno dei posti più amati e belli della città dobbiamo necessariamente partire dalla sua storia. Fu inaugurato il 31 maggio del 1890 con la rappresentazione della Norma di Vincenzo Bellini, celebre compositore catanese la cui vita è legata indissolubilmente al capoluogo etneo (per saperne di più, ecco a voi un itinerario guidato nei luoghi che hanno segnato il suo passaggio: Link).
Molto di più che un semplice teatro, il Teatro Massimo Vincenzo Bellini è un vero e proprio monumento alla musica. Per la sua realizzazione, si susseguirono diversi progetti con annessi ripensamenti. L’edificio attuale è opera dell’architetto Carlo Sada che si ispirò all’eclettismo francese del Secondo Impero imposto a Parigi da Charles Garnier con l’Opéra di Parigi.
Fuori e dentro il Teatro Massimo Vincenzo Bellini
Esternamente, il Teatro Massimo Vincenzo Bellini si ispira alla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia ed è carico di ornamenti e allegorie. Nella facciata centrale neobarocca si trovano tre statue di famosi compositori catanesi: Vincenzo Bellini al centro e ai lati Pietro Antonio Coppola e Giovanni Pacini. Particolare, inoltre, il portico d’ingresso per le carrozze, chiuso da cancellate in ferro.
Dedicato solo ed esclusivamente alla lirica e ai concerti (seppur raramente ospitò prosa, operette, danza e jazz), l’interno, invece, è suddiviso in 113 palchi su 4 file, 8 barcacce di proscenio, un palco centrale per il Capo dello Stato, 2000 posti in totale. L’apertura del boccascena è di 14 metri, la profondità del palcoscenico di 21 metri. Proprio qui cantarono, infatti, grandi artisti lirici, quali ad esempio Luciano Pavarotti, Maria Callas, Toti Dal Monte, Maria Caniglia, Magda Olivero, Ferruccio Tagliavini. E ancora Beniamino Gigli, Tito Schipa, Ebe Stignani, Mario Del Monaco, Giuseppe Di Stefano, Renata Scotto, Montserrat Caballé, Riccardo Muti.
Quel che rapisce il cuore (e l’udito) è sicuramente l’acustica eccellente grazie anche alla forma a cucchiaio o a ferro di cavallo studiata proprio per ottenere la migliore riproduzione del suono possibile. E il piano dell’architetto pare riuscì alla perfezione, dato che da sempre questa caratteristica fu apprezzata dai grandi musicisti che si esibirono nel teatro. Addirittura, Beniamino Gigli disse che si trattava del luogo migliore al mondo per quanto riguarda l’acustica.
Eleganza è la parola d’ordine: i corridoi, i saloni e il foyer all’interno del quale c’è un monumento bronzeo a Vincenzo Bellini rispecchiano l’estrema cura, oltre che classe, nella realizzazione di siffatta meraviglia. Infine, il soffitto è affrescato da Ernesto Bellandi con l’apoteosi di Bellini (raffigurato al centro) con le allegorie delle sue maggiori opere: Norma, La Sonnambula, I puritani e Il pirata. Il sipario storico illustra la vittoria dei Catanesi sui Libici e a realizzarlo è il pittore Giuseppe Sciuti.
Curiosità sul Teatro Massimo Vincenzo Bellini
Da bravi Catanesi, noi di Due Coperti vogliamo svelarvi i segreti e le curiosità più sconosciute sul Teatro Massimo Bellini. Questo per avere una visione globale (completa e innovativa) su questo luogo. Innanzitutto, dovete sapere che il Teatro è costruito su una colata lavica preistorica e questo ha contribuito a rendere unica l’acustica.
Inoltre, sotto scorre il fiume Amenano, sepolto dalla celebre e rovinosa eruzione dell’Etna del 1669. Anche questo, tra l’altro, contribuisce all’acustica poiché l’acqua riflette il suono e lo aiuta a rimanere avvolgente. Ma non è tutto: i Catanesi sono ingegnosi fino all’estremo e hanno sfruttato il fiume per climatizzare la sala. Ai lati, infatti, si trovano delle bocchette appositamente studiate per prendere l’aria fresca e incanalarla dentro, sia sopra che sotto.
Il Teatro Massimo Vincenzo Bellini per i Catanesi
Collocato nell’omonima piazza sede della movida catanese, di cui abbiamo parlato in questo itinerario dedicato: Link, il Teatro Massimo Bellini è anche un punto di ritrovo. Qualsiasi Catanese, infatti, ha trascorso almeno una serata ammirando la sua facciata con in mano un cocktail acquistato in uno dei tanti pub della zona.
Allo stato attuale, però, il presente e – soprattutto – il futuro del Teatro sembrano incerti, dato che i fondi per mantenerlo sarebbero stati ridotti. Ma il Teatro non può chiudere: è il cuore della città e i Catanesi, si sa, sono molto legati alla loro terra. Pertanto, sanno bene come lottare con le unghie e con i denti per tutelare i propri “tesori” locali, i luoghi che hanno fatto, fanno e faranno la storia di Catania.