Intervista esclusiva a Maria Caterina Pietropalo, coordinatrice del sito rupestre di Zungri
Noi di Due Coperti abbiamo avuto il piacere di effettuare un’intervista esclusiva a Maria Caterina Pietropalo, coordinatrice del sito rupestre di Zungri che abbiamo scelto di visitare durante il nostro viaggio a Tropea e dintorni e che ci ha lasciati letteralmente senza parole!
Da dove nasce l’idea di realizzare un’intervista? Ve lo spieghiamo subito. Affascinanti dalle bellezze infinite del posto, noi di Due Coperti ce ne siamo innamorati e, dopo il successo riscosso dal nostro articolo su Zungri, non ne avevamo ancora abbastanza… Abbiamo voluto approfondire la conoscenza e diffondere, per quanto ci è possibile, tutto quello che è il sito rupestre: ai nostri occhi, si tratta di un grande tesoro che merita assolutamente attenzione e valorizzazione.
Maria Caterina Pietropalo ci ha offerto diversi spunti di riflessione e ci ha illustrato in maniera chiara il funzionamento del sito all’interno, rivelandoci anche dettagli degni di nota. Passione, dedizione e cura sono i punti chiave della nostra intervistata. Proprio lei investe in toto il suo tempo nel sito e si percepisce, parola dopo parola, quanto amore mette nel svolgere il suo compito di coordinatrice.
Ecco quali sono stati i punti salienti della nostra intervista esclusiva. Buona lettura!
Prima di ogni cosa, abbiamo dato spazio alla nostra intervistata. Punto di inizio, infatti, è una sua breve presentazione in cui spiega il suo ruolo all’interno del sito rupestre di Zungri.
Chi è lei e di cosa si occupa nel sito di Zungri?
“Mi chiamo Maria Caterina Pietropaolo e sono la coordinatrice del Museo della Civiltà Contadina e dell’Insediamento Rupestre di Zungri. Ricopro questo ruolo dal 2013 e cioè da quando l’amministrazione comunale ha deciso di puntare l’attenzione sulla valorizzazione del sito“.
Si passa, successivamente, alla descrizione dettagliata del sito all’interno, attenzionando il background storico.
Cos’è il sito di Zungri e come si articola al suo interno?
“Zungri rappresenta uno dei centri più vivaci del territorio vibonese. Esso conserva un grande tesoro archeologico, l’Insediamento Rupestre detto degli ‘Sbariati’. Il sito forse è opera di una popolazione orientale che a partire dal VIII secolo sfuggiva dalle persecuzioni arabe ed iconoclaste a cui era sottoposta nella propria terra di provenienza, rifugiandosi nel meridione d’Italia. Da qui, probabilmente, il nome ‘Sbariati’ ossia sbandati“.
“Giunti a Zungri, si percorre un sentiero a ridosso del centro storico che si affaccia su di una straordinaria vallata da dove si scorge il mare. E ad un tratto lo scenario cambia. Ciò che appare agli occhi del visitatore è inimmaginabile. La sensazione che si prova è di immenso stupore“.
“In punta di piedi ed in religioso silenzio ci si immerge in un’altra dimensione“.
“Il nucleo centrale dell’insediamento si sviluppa lungo un’unica direttrice, ma tutto il complesso rupestre, composto da circa 50 grotte o forse molte di più, si articola su una superficie di circa 3.000 Mq. Le grotte hanno diverse forme e dimensioni (quadrangolari o circolari) alcune delle quali dotate di copertura a cupola con foro centrale. Esse sono mono o bi-cellulari, articolate su un solo piano o su due livelli, con scale d’accesso scavate nella pietra. Al loro interno gli spazi conservano alcuni elementi, come nicchie (forse votive) e incassi scavati nella parte di arenaria per la sistemazione di mensole, che testimoniano gli usi del vivere quotidiano degli abitanti di questi luoghi“.
“Definito ‘un eccellente esempio di ingegneria idraulica‘, il sito è caratterizzato da una fitta rete di canalizzazione per il deflusso dell’acqua piovana nelle vasche di raccolta, poste a diverse altezze. L’acqua, elemento indispensabile per la sopravvivenza, è stata, indiscutibilmente, un elemento fondamentale per la scelta del luogo, infatti l’intero sito è circondato da splendide sorgenti di acqua pura e cristallina“.
“L’insediamento rupestre degli Sbariati, probabilmente, datato intorno al VIII-XII secolo, tendenzialmente è fatto risalire, nel suo insieme, all’età medievale scavato su preesistenze bizantine costituite da silos utilizzati per la conservazione del grano. Definito ‘il grande granaio del Poro‘, questo posto era lo stoccaggio delle derrate agricole, utilizzate anche come merce di scambio, quindi, dovevano non solo essere conservate ma anche nascoste dalle continue razzie che imperversavano. E questo era un perfetto luogo di nascondiglio e lo fu sempre, fino a tempi recenti, quando la popolazione zungrese si dovette rifugiare alle Grotte per ripararsi dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale“.
Analizziamo, adesso, il sito rupestre dal punto di vista dell’affluenza turistica. A tal proposito, Maria Caterina Pietropalo ci spiega meglio come percepiscono il luogo i visitatori, cosa piace e cosa, nello specifico, attira e colpisce maggiormente.
Dal punto di vista dell’affluenza turistica, come sta andando il sito? Cosa viene maggiormente apprezzato e cosa no?
“Negli ultimi anni l’affluenza è stata sempre in crescita, specie dopo la realizzazione, nel 2015, di alcuni interventi di riqualificazione a seguito di un finanziamento PISL della Regione Calabria con fondi europei. Interventi che hanno riguardato lavori come ripavimentazione del viale d’accesso, videosorveglianza, illuminazione notturna oltre alle varie strumentazioni multimediali collocate all’interno del museo che consentono al personale di avere un approccio diretto con i visitatori fornendo loro tutte le informazioni utili alla visita“.
“Tutto questo ha consentito una maggiore visibilità dell’Insediamento Rupestre grazie anche ad un lavoro mirato sui social che ha attirato, ed attira, non solo turisti e visitatori calabresi, ma anche moltissimi fotografi, giornalisti di varie testate on line e di riviste sia a tiratura regionale che nazionale come Tats Italia, Vaghis, Mediterraneo e dintorni, Inarcassa, il Calabrone ed altri. Inoltre, anche tv non solo locali come Video Calabria, Telespazio Calabria, La C, ma anche nazionali come Rai 3 e Rai 1 nel programma Uno MATTINA grazie ad un servizio del noto giornalista Paolo di Giannantonio. Sempre più tour operator inseriscono Zungri nei loro tour divenendo, ormai, tappa fissa, così come viene scelto da scuole, gruppi, associazioni, gruppi escursionistici ecc ecc“.
“Le Grotte di Zungri vengono enormemente apprezzate per ciò che rappresentano. Si tratta di un gioiello raro di architettura rupestre, è un intero villaggio scavato nella roccia, rappresenta un unicum, un modello di vita a noi semisconosciuto risalente al medioevo o forse anche a tempi più remoti, ricco di fascino e di mistero attorno al quale ruotano moltissimi interrogativi a cui è impossibile, allo stato delle conoscenze attuali, poter rispondere. Purtroppo ha di negativo la non accessibilità a persone di età avanzata e con disabilità“.
Come mai l’insediamento rupestre è poco conosciuto?
“Come dicevo abbiamo solo da poco puntato sulla valorizzazione del sito. In pochi anni, da 7000 ticket del 2013 siamo passati ai 32.000 del 2019. Tanto si è fatto ma tanto c’è ancora da fare. Stiamo crescendo e l’attenzione verso questo sito è sempre più alta. Stiamo cercando anche di coinvolgere maggiormente la comunità scientifica affinché gli studi e le ricerche vadano avanti“.
“Il nostro prossimo obiettivo sarà la partecipazione a TOURISMA, prestigioso Salone dell’archeologia e turismo culturale che si svolgerà a Firenze dal 21 al 23 febbraio 2020 e che prevede la partecipazione di nomi prestigiosi come il Ministro Francescini, Piero ed Alberto Angela, Vittorio Sgarbi e tantissime altre personalità eccellenti“.
“Il comune di Zungri, piccolissimo comune di 2000 abitanti, non ha grandi risorse per poter affrontare campagne pubblicitarie, ma è animato da buoni propositi per far conoscere questo sito. Non ricevendo aiuti concreti da organi superiori deve, necessariamente, autofinanziarsi con le difficoltà che ne conseguono“.
Ci avviamo verso la fine della nostra intervista. Prima, però, ci siamo concentrati su quello che la coordinatrice si aspetta per il futuro del sito rupestre.
Cosa auspica per il futuro del sito?
“Mi auguro che Zungri abbia presto il giusto riconoscimento, non solo dal punto di vista turistico, ma soprattutto dal punto di vista culturale. Le Grotte potrebbero divenire il volano per lo sviluppo dell’intera economia locale“.
“Puntando sulla valorizzazione delle Grotte si potrebbero creare posti di lavoro, sviluppo del settore enogastronomico e delle varie eccellenze del territorio, nascita di B&B, piccole botteghe artigiane e tanto altro. Ne beneficerebbe, indubbiamente, tutto il territorio vibonese ed andrebbe a rafforzare l’offerta turistica e culturale di tutto il comprensorio“.
Infine, è arrivato il momento di svelare qualche piccola curiosità che ruota intorno al sito rupestre, rendendolo ancora più unico nel suo genere.
Ci sono curiosità o leggende legate al sito?
“Gli anziani ricordano che i loro nonni, nati tra la metà e la fine del 1800, raccontavano che alle Grotte vivevano i monaci. A Zungri si è sempre detto questo, ma non ci sono leggende legate a questo posto. Anzi tutt’altro“.
“Noi abbiamo ereditato un insediamento che, pur essendo distante dal centro storico di Zungri solamente 200 mt, sembra non farne parte, rimanendo, ancora oggi, avvolto nel mistero. L’ultimo utilizzo risale al periodo della guerra come rifugio. Poi abbandonato ed utilizzato solo da pochi contadini come ricovero per animali e ripostigli. E così rimase, abbandonato, fino agli anni ’80 del secolo scorso quando si cominciò ad avere consapevolezza dell’importanza di questo posto“.
“La curiosità di questo luogo è il sito stesso che rimane avvolto nel mistero. Ammirandolo si ha la sensazione di pace. La mente ritorna indietro nel tempo e si ripercorrono le stesse stradine e viuzze che più di mille anni fa furono tracciate scavando la nuda pietra“.
“Sì, perché Zungri è la Città di Pietra“.
Giunti alla fine, noi di Due Coperti vogliamo spendere ancora due parole. Innanzitutto, infinitamente grazie a Maria Caterina Pietropalo per aver rilasciato questa intervista per noi e per la dolcezza con cui ha accolto la nostra richiesta!
In secondo luogo, ci auguriamo che il sito acquisti tutto lo spessore che merita. Si tratta, infatti, di un punto di interesse così bello e raro che non può essere né sottovalutato né ignorato. Ci auguriamo, ancora, che il numero dei ticket possa crescere esponenzialmente nei prossimi anni. In bocca al lupo per tutto!