Fiumara d’Arte: Guida per i Turisti
In Sicilia esiste un “museo a cielo aperto” con diverse installazioni dislocate in vari punti più o meno panoramici. L’Itinerario Fiumara d’Arte è sicuramente atipico rispetto ai classici proposti, ma è una delle attrazioni turistiche più nuove dell’Isola da vedere assolutamente. Scopriamolo insieme.
Un po’ di storia e le origini
Considerato oggi uno dei parchi di sculture più grande d’Europa, il percorso turistico-culturale Fiumara d’arte è stato riconosciuto ufficialmente nel gennaio 2006, dopo 25 anni di battaglie.
Nasce dall’idea del mecenate siciliano Antonio Presti che voleva dar vita a un parco “che coniughi il linguaggio dell’arte contemporanea all’aspra bellezza dei luoghi“. Nel 1982 ha commissionato a Pietro Consagra la scultura “La materia poteva non esserci“, realizzata nel 1986 in cemento armato e alta 18 metri, in memoria del padre.
Nel corso degli anni il progetto si è sviluppato sempre più e la zona è stata trasformata in un vero e proprio parco di sculture di artisti di fama internazionale. Successivamente, la Fiumara d’Arte divenne anche il set di diversi film, tra cui Viaggio clandestino – Vite di santi e di peccatori di Raúl Ruiz.
Di recente anche il cantautore italiano Alessandro Mahmoud, in arte Mahmood ha scelto proprio la Fiumara d’Arte per girare il videoclip della canzone Klan.
“Un altro grande dono che ho voluto fare alla mia terra di Sicilia, che dopo questo periodo d’emergenza, avrà nuovo slancio e nuova visibilità grazie all’innesto tra cultura, musica, danza, paesaggio e cultura“, ha commentato Antonio Presti.
La struttura della Fiumara d’Arte
Si tratta essenzialmente di un itinerario mozzafiato che si snoda dai monti delle Madonie alla Valle dell’Halaesa, affacciandosi sul mare di Cefalù. Un vero e proprio museo all’aperto costituito da una serie di diverse 11 opere (+1 nuova) di artisti contemporanei ubicate lungo gli argini del fiume Tusa, che sfocia nella costa tirrenica della Sicilia nei pressi di Castel di Tusa, frazione del Comune di Tusa. Anticamente, il fiume scorreva tra i monti Nebrodi con un percorso di 21 km, fino all’antica città di Halaesa.
Il progetto ha dato sicuramente uno slancio in più a una zona della Sicilia rimasta fuori dalle principali destinazioni, oltre a valorizzare il paesaggio intorno.
Le undici (+1) opere che costituiscono la Fiumara d’Arte si trovano in provincia di Messina, nei Comuni di Castel di Lucio, Mistretta, Motta d’Affermo, Pettineo, Reitano e Tusa.
Consigli utili per la visita
Innanzitutto, diciamo subito che la fruizione delle opere è totalmente gratuita e non ci sono orari di apertura o chiusura (tranne l’Atelier sul mare). Inoltre, sono tanti i percorsi proposti per visitare interamente l’itinerario Fiumara d’Arte e tendenzialmente si può iniziare da dove si vuole.
Ovviamente la distanza tra un’installazione e l’altra è notevole, quindi per spostarsi occorre necessariamente un mezzo di trasporto. Alcune opere possono trovarsi a poca distanza rispetto alla strada o al luogo di sosta e non sempre è garantita l’indicazione esatta sul dove trovarla.
Le uniche precauzioni da prendere sono relative al punto in cui fermare l’auto, essendo non sempre la posizione agevole per l’assenza di adeguati spazi per lasciare i mezzi, o a causa di strade poco praticabili.
Consigliato abbigliamento comodo. Infine, prendetevi tutto il tempo necessario e visitate le opere con calma. Ricordate, comunque, che l’intero percorso vi porterà via mezza giornata. Consigliatissimo al mattino o al tramonto, due effetti diversi ma bellissimi.
L’Itinerario Fiumara d’Arte nel dettaglio
Vi proponiamo il percorso che abbiamo seguito noi, che è completo e “studiato” per ottimizzare i tempi e vedere tutto senza problemi evitando di allungare eccessivamente con l’auto.
• CAVALLO ERETICO – TUSA
Partiamo con il Cavallo Eretico, una recente opera che si aggiunge alle 11 precedenti e che racconta la potenza del pensiero. Scultura in acciaio inox su una struttura in lamiera zincata, opera dell’artista Antonello Bonanno Conti, alta 4 metri e interamente rivettata. L’opera, collocata davanti al Museo-Albergo Atelier sul Mare, si può ammirare lungo la passeggiata del lungomare di Castel di Tusa.
Per scoprire a fondo Castel di Tusa, ecco il nostro articolo di riferimento: Link.
Da non sottovalutare anche la Spiaggia delle Lampare, un autentico gioiellino di Castel di Tusa: Link.
La scultura, attraverso la sua lucentezza, trapassa la dimensione della materia per diventare pensiero metafisico: un cavallo eretico realizzato in un momento d’emergenza in cui l’arte deve sempre rigenerare futuro, un cavallo che invita tutti, soprattutto le nuove generazioni, a fare le proprie scelte e diventare eretici.
“Eresia dei fatti, prima che delle parole, l’eresia che sta nell’etica prima che nei discorsi, l’eresia della coerenza, del coraggio, della gratuità, della responsabilità, dell’impegno e dell’esempio di ognuno di noi“, sostiene Antonio Presti.
• ART HOTEL ATELIER SUL MARE – TUSA
L’Art Hotel Atelier sul Mare è un albergo-museo d’arte contemporanea unico al mondo, aperto nel 1991 a pochi metri dal mare. Dispone di 40 camere di cui oltre la metà realizzate da artisti internazionali che hanno creato capolavori unici.
Entrare e sostare in questi spazi emozionali si traduce nel vivere una nuova dimensione dello spirito, godendo di quella gioia dell’esistere che solo la creatività dell’arte può dare. L’Albergo si propone come esclusivo centro d’arte internazionale dove l’ospite-visitatore non ha più un rapporto contemplativo con l’arte ma può vivere l’opera stessa. Il cliente sarà guidato in uno splendido viaggio d’arte, nelle stanze in cui i vari artisti hanno lasciato il segno della loro creatività.
• MONUMENTO PER UN POETA MORTO (FINESTRA SUL MARE) – REITANO
Il Monumento per un poeta morto (Finestra sul mare) di Tano Festa risale al 1989 ed è una cornice azzurra decorata a nuvole di 18 metri che guarda sul mare. L’enorme finestra presenta all’interno un monolite nero, senso finito dell’esistenza, che interferisce quasi con l’armonia dell’opera. Un modo per incorniciare il paesaggio e ricordare nel contempo il fratello poeta dell’artista. Al di là dei significati è di grande impatto visivo ed estetico.
L’opera presenta i temi ricorrenti dei suoi lavori: il colore e l’infanzia. La finestra ci dà uno sguardo verso l’infinità del mare e ci riporta alla consapevolezza del nostro essere piccoli, ma anche un sollievo e una speranza nell’ammirare la bellezza del creato.
• LA MATERIA POTEVA NON ESSERCI – TUSA
Grande scultura frontale a due elementi, paralleli in bianco e nero: La materia poteva non esserci di Pietro Consagra. Alta 18 metri, è stata realizzata in cemento armato nel 1986. Quando venne costruita all’interno della Fiumara di Tusa i viadotti dell’autostrada non erano ancora presenti. Oggi questo sfondo ha un enorme impatto e fa da contrasto.
• ENERGIA MEDITTERRANEA – MOTTA D’AFFERMO
L’Energia mediterranea è stata realizzata nel 1989 da Antonio di Palma. Si presenta come una lastra di cemento blu che – come un’onda – si frappone tra il mare e i monti legandoli idealmente, testimonianza dell’energia mediterranea di questi luoghi. Un guizzo di energia in mezzo alla natura selvaggia.
La scultura è un’opera monumentale non tanto nel senso della verticalità ma piuttosto nel rapporto orizzontale e sinuoso di contatto con la natura: una grande onda come gonfiata dal vento, un segno d’acqua solidificato sulla montagna, come quell’orizzonte di mare che si vede in lontananza, una materializzazione fisica che sospende ogni domanda nell’incantamento.
• PIRAMIDE 38° PARALLELO – MOTTA D’AFFERMO
Il 21 marzo 2010, dopo due anni e mezzo di lavori, viene inaugurata la scultura Piramide 38° parallelo di Mauro Staccioli. Si tratta di un tetraedro titanico cavo in acciaio Corten, posto su una leggera altura del territorio di Motta d’Affermo, le cui coordinate geografiche centrano esattamente il trentottesimo parallelo e assume in sé tutta una serie di significati legati alla sua collocazione.
La piramide infatti è il luogo in cui si svolge ogni anno in corrispondenza del solstizio d’estate, a giugno, il cosiddetto “Rito della luce“: viene aperta e resa accessibile al suo interno e attorno si compie la festa con balli, canti e musiche sino al tramonto. Un evento di grande suggestione e bellezza.
L’opera traduce l’astrazione della misura terrestre in creatività, percezione metafisica, suggellando l’intrinseco legame con la geografia del luogo. La piramide presenta una fessura lungo lo spigolo occidentale che cattura la luce solare, registrando nel proprio ventre i riverberi luminosi dallo Zenit al Tramonto. Si entra all’interno attraverso un lungo tunnel buio e si esce irradiati da una straordinaria luce di bellezza che tutto illumina.
• MUSEO DOMESTICO – PETTINEO
Proprio come suggerisce il titolo, le opere sono custodite a casa di persone, cittadini di Pettineo a cui bisogna suonare e chiedere di vedere il Museo Domestico. Per 7 anni, Fiumara d’arte ha organizzato la singolare manifestazione “1 kilometro di tela”: un evento di pittura estemporanea per centinaia di artisti e per gli abitanti del luogo, su una lunghissima tela che attraversava le strade del paese.
A conclusione del lavoro, ogni anno, la tela veniva tagliata, e ogni pezzo dipinto da ciascun artista era donato agli abitanti. Tale progetto si lega al concetto artistico di Joseph Beuys, secondo cui “ogni uomo è un essere creativo” e “l’origine della creatività sta nel pensare”.
• UNA CURVA GETTATA ALLE SPALLE DEL TEMPO – CASTEL DI LUCIO
Una curva gettata alle spalle del tempo, realizzata nel 1988 a opera di Paolo Schiavocampo, consiste in un monolite di cemento armato e ferro ed è stata collocata ai margini di una curva a gomito che si avvolge su sé stessa imitando il movimento di una vela battuta dal vento.
La parte centrale dell’opera riproduce il movimento della strada in senso verticale, mossa essa stessa dal vento silenzioso che sale dal mare. Posta in uno spazio di campagna, divide la via antica dalla nuova inserendosi nel percorso come punto focale, un punto di mistero che unisce il passato al futuro, insieme ai luoghi e alle tradizioni..
• LABIRINTO DI ARIANNA – CASTEL DI LUCIO
Il Labirinto di Arianna, di Italo Langredini, è un’opera archetipale realizzata nel 1989, un labirinto circolare e una porta di accesso ad arco, che potrebbe far pensare all’utero materno. Rappresenta un percorso fisico e interiore, che è impossibile non attraversare tutto, una volta entrati. L’opera è collegata al passato, alla cultura classica, alla nascita, ai primi insegnamenti alla vita.
Chi entra nel labirinto si pone domande che riguardano la propria esistenza, in un posto e in una dimensione atemporale. Il labirinto è riflessione, è spiritualità che deriva da quella “maternità”, rappresentata dal concentrico svolgersi di cerchi culminante in un’aspirazione all’alto, al sublime.
Un viaggio che sembra dentro la terra ma è sotto il cielo, al cui centro è la vita, l’antica sorgente rappresentata da un albero di ulivo, dove i visitatori lasciano bigliettini di buon augurio, speranza, amore e quant’altro. Il tutto ci riporta al tema della Madre Terra e al mistero della fecondazione.
• ARETHUSA – CASTEL DI LUCIO
L’allestimento dell’opera decorativa Arethusa è frutto del genio degli artisti Pietro Dorazio e Graziano Marini che, tramite l’installazione di ceramiche policrome, hanno investito e cambiato il volto a un’architettura militare, la caserma dei Carabinieri di Castel di Lucio. Un modo per riscattare il colore rispetto all’uniformità di troppi edifici siciliani.
• IL MURO DELLA VITA – MISTRETTA
Nei primi anni Novanta, nonostante le tensioni e i problemi legali, Antonio Presti invita 40 artisti ceramisti, nazionali e internazionali alla realizzazione di un’opera collettiva sul muro di contenimento di una delle strade della Fiumara, diventando così il Muro della vita. Un semplice muro, uno dei tanti che chiude e copre parti del nostro territorio viene trasformato in qualcosa che spande bellezza. L’opera curata a più mani vuole essere un messaggio di speranza per i posteri.
• STANZA DI BARCA D’ORO – MISTRETTA
Stanza di barca d’oro (1989) è un’opera concettuale del giapponese Hidetoshi Nagasawa ma, in realtà, non è accessibile perché è nata per rimanere chiusa per 100 anni ed è stata sigillata con una porta per far sì che essa potesse vivere “solo attraverso l’energia mentale della memoria“. Tuttavia raggiungere questo luogo consente di penetrare in una parte selvaggia e ricca di natura.
Consiste in un vano ipogeo, introdotto da un corridoio sotterraneo di 35 metri rivestito da lastre metalliche nel quale si evidenzia la sagoma di una barca capovolta rivestita di foglie d’oro, raccordata al suolo dal suo albero maestro in marmo rosa.
L’Itinerario Fiumara d’Arte si conclude qui, dopo aver passato in rassegna tutte le 11 (+1) tappe che lo compongono. Un percorso unico nel suo genere che costituisce una “iniziazione” alla Bellezza.
La Fondazione Fiumara d’Arte, ancora oggi, promuove il valore della cultura come possibilità di cambiamento e di riscatto, poiché “la semina spirituale vuole come raccolto sempre una nuova semina da consegnare alle generazioni future: etica ed estetica in un legame indissolubile per una rinnovata Politica dell’essere, una Politica sociale forte, fatta di impegno civile e di resistenza rispetto a un sistema che sin dall’inizio ha ostacolato non solo la sua genesi ma anche il suo divenire” (Antonio Presti).